Pepperpots e Ironman si trasferiscono in Cina.... Questo è ciò che gli succede!

giovedì 23 maggio 2013

Ma dove vanno 'sti cinesi?

Eh già, dove vanno? Ma soprattutto come ci vanno? Cercare di comprendere la direzione che sta prendendo questo Paese e, di conseguenza, i suoi abitanti è molto difficile: per un verso sembra stiano per evolversi, ma molto spesso, invece, sembra stiano involvendo.

Proprio ieri sera Giampaolo Visetti su Rsera, ci descrive come a Pechino stia "tramontando" l'amore, nel senso che i giovani hanno problemi nel trovare la dolce metà, anzi molto spesso non hanno proprio intenzione di mettere su famiglia, con tutte le conseguenze del caso.

Scattano quindi i vari incontri preparati a tavolino da genitori che hanno paura di non aver nessuno che si prenda cura di loro quando saranno anziani (c'è una grossa scarsità di case di riposo e quelle che il partito autorizza hanno una lista d'attesa chilometrica), i banchetti offerti dalle amministrazioni di quartiere al fine di facilitare le conoscenze oltre alle classiche agenzie matrimoniali e/o annunci sui giornali (che però io ho visto solo di uomini).

Ci si rende conto, quindi, che in qualche modo ci si prepara ad assistere alle trasformazioni che anche ogni altro paese, successivamente al boom economico, è andato incontro.

Ma poi, invece, ti basta rientrare a casa in un pomeriggio qualsiasi per capire che, in fondo, si muovono tanto ma al contempo restano fermi. Perché? Perché la signora che fa le pulizie condominiali, nonostante indossasse un guanto alla mano sinistra, per pulire un secchio pieno di gesso utilizzava la mano destra... Senza guanto, of course!

Divagazione sul tema...

Al fine di rilassarsi un po' e non potendo rientrare in Italia, io ed Ironman abbiamo deciso di trascorrere il weekend pasquale fuori dal territorio cinese.

Abbiamo discusso parecchio sulla destinazione che avremmo voluto raggiungere: una prima opzione è stata il Giappone, ma visti i prezzi dei voli aerei da Pechino verso Tokio (esattamente uguali ad un volo da Roma) abbiamo desistito... Le mete esotiche avrebbero meritato qualche giorno in più che non avevamo e quindi, complice anche la situazione geopolitica che voleva la Corea del Nord prossima al lancio di un missile termonucleare verso la Corea del Sud, abbiamo deciso di recarci a Seoul.

La prima giornata, sempre per il motivo di cui sopra, l'abbiamo trascorsa sul 38esimo parallelo vale a dire quella zona "demilitarizzata" a confine tra le due Coree.

La Zona fu stabilita come tale alla fine della guerra di Corea; con l'armistizio del 27 luglio 1953, le due parti in guerra accettarono di fare arretrare le proprie truppe di 2.000 metri dalla linea di demarcazione militare, creando così una zona cuscinetto di 4 km di larghezza.

Qui abbiamo potuto toccare con mano quella che è la tensione tra i due paesi. Sul posto ci si può recare solo con tour organizzati e si può sostare solo in particolari e determinati punti. Al momento dell'ingresso in questa zona l'autobus viene controllato da militari della Corea del Sud e, ovviamente, non possono essere scattate fotografie... Il primo luogo visitato è stato il ponte della libertà, un luogo che alla fine della guerra venne attraversato dai prigionieri che ritornavano al proprio paese.

Successivamente abbiamo visitato uno dei tunnel scavati dalla Corea del Nord per l'invasione della Corea del Sud: qui non si sarebbero potute scattare fotografie ma, grazie agli smartphone, potrete vedere Ironman intento nel percorrerlo... Ovviamente il tunnel può essere percorso fino al confine e, attraverso delle finestrelle, si possono intravedere i soldati dall'altra parte...

L'ultima tappa è stata quella del confine vero e proprio in cui si possono scorgere le bandiere dei due Stati e i due eserciti l'uno di fronte all'altro. Un piccolo aneddoto: quando la Corea del Sud ha rifatto il pennone della sua bandiera, portandolo ad essere superiore in altezza rispetto a quello del Nord, questi ultimi hanno pensato bene di innalzarlo a loro volta, per essere più alto dell'altro.

La giornata si è così conclusa lasciando spunto a tante riflessioni...

Nei giorni successivi abbiamo cercato di respirare quanto più possibile la città, immergendoci in una cultura che, sebbene architettonicamente sia molto vicina a quella cinese, da un punto di vista culturale è decisamente più vivace.

Ovviamente abbiamo dedicato qualche ora anche al quartiere di Gagnam, reso celebre dalla "canzone" di PSY scoprendo che in realtà nella stessa vengono presi in giro coloro che in questo quartiere ci vivono...

Un posto carino è stato il "Teddy Bear Museum" in cui, con l'ausilio di tanti piccoli orsi di peluche, hanno ricostruito tutta la storia della città...

Di seguito un po' di foto... E un consiglio... Se avete la possibilità, visitate questa bella città e, perché no, anche tutta la nazione che è meravigliosa...

PS di servizio: mi scuso dell'assenza, ma i mesi trascorsi sono stati ricchi di novità che, tra poco, potremo raccontarvi... Stay tuned...













































domenica 24 marzo 2013

L'erba cattiva non muore mai...

Ovvero aggiornamenti sulla vicina impicciona...

È da qualche giorno che la vicina impicciona a ora di pranzo ascolta musica improbabile e, ovviamente, cinese. La musica cinese, almeno quella "tradizionale", come la definiscono loro, è qualcosa di improponibile all'orecchio di qualsiasi occidentale: la classica nenia cinese accompagna una voce perennemente in falsetto.

Qualche minuto fa torno a casa dopo aver fatto la spesa e, come consuetudine, al momento dell'apertura delle porte dell'ascensore mi imbatto nella porta APERTA della mia cara vicina. Come se non bastasse, però, oggi ad accogliermi trovo proprio lei.

Scatta il tipico dialogo surreale che io eviterei accuratamente se non fosse lei a iniziarlo.

Vicina impicciona: "nihao" ("ciao")
Io: "nihao"
V: "come va?"
Io (che per un momento ho pensato "fino a prima di vederti, bene!"): "Bene, grazie, ora vad..."

Non riesco a congedarmi in tempo (anche perché il pianerottolo è stretto e con la bici di mezzo ci può volere qualche secondo in più per defilarsi) che la tipa mi chiede:

V: "la senti questa musica?"
Io: "Ehm... sì" - - - PURTROPPO!
V: "la conosci questa cantante?"
Io: "sono straniera, waiguoren come dite voi, no, non la conosco" - - - Piuttosto farei harakiri!
V: "è molto bella... ma davvero non conosci (e pronuncia un suono che alle mie orecchie fa più o meno così) TangLiangChangHuang??"

Eh, infatti, perché non conosco TangLiangChangHuang? Che domande? La mia ignoranza sta raggiungendo dei livelli indescrivibili... Mi vergogno di me stessa!

Per rimediare, però, ho deciso che da domani inizio a sparare Mino Reitano a manetta e poi le chiederò: "Ma davvero non conosci Mino Reitano???" con la sua stessa faccia schifata!!!

lunedì 28 gennaio 2013

Se c'è qualcosa a cui non mi abituerò mai...

Quando io e Ironman partecipammo la nostra decisione di tornare in Cina per qualche tempo le reazioni furono svariate. Qualcuno fu felice per noi, qualcun altro triste, altri shockati mentre alcuni palesarono il fatto che ammirassero il nostro coraggio poiché loro non si sarebbero mai abituati a vivere in un paese tanto lontano con una cultura così diversa dalla nostra.

In realtà ormai la Cina, soprattutto in alcune grandi città, è talmente occidentalizzata che abituarsi non è così difficile. Certo, non potrai trovare una mozzarella di bufala fresca o rischierai sempre di essere investita da qualche risciò o bici o autovettura impazzita e non potrai mai comprenderli perfettamente, ma tutto sommato la vita scorre tranquilla così come lo farebbe se vivessimo ancora a Roma.

Eppure, se proprio c'è una cosa cui non riesco ad abituarmi e credo che non lo farò mai è il tasso di inquinamento.

La foto è stata scattata stamane sulla strada che porta al centro commerciale più famoso e più frequentato della città. Lo stesso si dovrebbe intravedere nella foto, ma non è così. Il caso dell'inquinamento delle città cinesi è salito alla ribalta negli ultimi giorni anche sulle nostre testate giornalistiche tant'è vero che la Repubblica titolava "La nuvola di Pechino": ecco, quest'aria così pregna di non si sa bene cosa, che ti fa respirare a fatica e che ti crea un senso di oppressione è forse peggiore anche del loro scatarrare pubblicamente in ogni dove. I livelli delle polveri sottili hanno toccato delle vette inimmaginabili (oggi siamo a più di 400 microgrammi al metro cubo - pensate che in Italia il massimo consentito è di 50 in una giornata e questo limite non deve essere superato più di 35 giorni in un anno!)

È più di un mese che praticamente conviviamo con questo tempo allucinante che Ironman ha, giustamente, definito alla Blade Runner e solo due-tre giorni di cielo azzurro ci sono stati concessi in questo lasso di tempo. In questi momenti, il cielo azzurro di Roma mi manca terribilmente.

mercoledì 23 gennaio 2013

La nuova fissa delle donne cinesi!

Come vi dicevo qualche settimana fa, i cinesi hanno uno speciale chiodo fisso: quello delle macchine, specialmente macchinoni.

Da qualche tempo a questa parte ho notato, però, che anche le donne iniziano ad avere questa speciale predilezione orientata verso un tipo di macchina differente, un po' meno posh, ma molto trendy: la New Beetle Volkswagen!

Nonno Mao (come lo chiamano qui) si sta sempre più rigirando nella tomba!

lunedì 21 gennaio 2013

Titolo: Pepper Pots compie 30 anni...

Sottotitolo: ... e, per dimenticare questo triste evento, Ironman la porta di Malesia.

Questo post avrebbe dovuto essere scritto tanto tempo fa ma, complici la mancanza di tempo e, alle volte, un po' di pigrizia, sta vedendo la luce solo ora.

Come affermato nel titolo (qui lo dico e subito lo nego), nel mese di ottobre ho compiuto 30 anni. Tutti sappiamo quanto questa sia una fatidica data nella vita di ogni donna e, proprio affinché non ci pensassi, il mio adorato compagno di vita, la mia dolce metà, ha avuto la brillante idea di regalarmi un viaggio da sogno in Malesia.

Approfittando della festa del partito che ci ha concesso qualche giorno di libertà, a fine settembre abbiamo preso il volo prima per Kuala Lumpur e poi per quella terra mozzafiato che è il Borneo.

Nella capitale malese abbiamo trascorso un giorno e mezzo, reputati a nostro avviso più che sufficienti: la città non offre moltissimo a parte la visita alle Petronas Tower, ovviamente, e a un tempio induista meraviglioso.

Per quanto riguarda le torri, consiglio vivamente a chiunque fosse interessato alla visita, di recarvisi la mattina molto presto: la biglietteria, infatti, apre alle 9, ma i biglietti sono limitati (benché a pagamento) ergo se finiscono non vi è più alcun modo di ascendere per quella giornata.

Il tempio induista di Batu Caves è situato fuori la città, si impiega quasi un'ora per arrivarci in metropolitana, ma ne vale assolutamente la pena. Come lascia intendere il nome del posto, il tempio è stato costruito all'interno di una grotta con rocce di formazione calcarea. All'ingresso, e prima di iniziare a percorrere una lunga scalinata, ci sarà un'enorme statua dorata.

Lungo tutto il percorso che porta all'interno della grotta ci hanno, inoltre, fatto compagnia delle simpatiche scimmiette, alle volte un po' stronzette che, in un'occasione, hanno anche cercato di rubare delle cose all'interno del nostro zainetto.

Successivamente alla visita del tempio, abbiamo anche fatto una passeggiata all'interno di un'altra grotta adiacente, chiamata Dark Cave, in cui vivono alcune specie rare, tra cui il ragno più raro del mondo chiamato "Trapdoor Spider", e molti pipistrelli: è stato molto emozionante arrivare nel punto di oscurità assoluta e ascoltare solo i rumori della grotta.

Dopo avere visitato Kuala Lumpur, abbiamo preso un nuovo aereo per recarci in Borneo: prima destinazione Sandakan (proprio perché terra di Sandokan, l'aereo che ci ha portato lì non poteva non riportare l'effige della tigre della Malesia, per la gioia di Ironman che per tutto il tempo ha cantato la sigla di questo famoso sceneggiato!!!).

Il volo, che è durato più di tre ore (turbolenze continue), prevedeva il nostro arrivo in serata e la sistemazione presso un bed & breakfast da cui il giorno successivo saremmo partiti per recarci nella giungla vera!

Alla mattina e prima della partenza abbiamo visitato l'Orangutan Rehabilitation Center, un centro a ridosso della giungla primaria in cui accolgono i cuccioli di Orangutan che, per svariati motivi, sono rimasti soli. Nel giro di qualche anno, periodo di tempo in cui questi cuccioli vengono svezzati, saranno pronti per riappropriarsi del proprio habitat naturale! Qui Ironman e Pepper Pots hanno compiuto un gesto di grande solidarietà adottando Chiquita, una delle ultime cucciole di Orangutan giunte al centro (vedere foto!).

A ora di pranzo è iniziato il trasferimento verso la giungla. Dopo avere compiuto un percorso su strada di circa un'ora e mezza, i nostri eroi sono saliti su di una barchetta al fine di risalire il fiume Kinabatang. Dopo un'altra ora di viaggio, sono giunti presso il campo che li avrebbe ospitati per tre giorni e due notti. In questo lasso di tempo hanno effettuato diversi safari, alcuni di giorni altri di notte, in barca o a piedi. Hanno visto animali e paesaggi mozzafiato: scimmie di ogni tipo, dalla jungle mafia (altrimenti detti macachi dalla coda lunga, chiamati così dalla gente del posto perché rompono abbastanza le scatole e se la comandano anche sulle scimmie più grosse perché più numerose, ricordando un po' i cinesi) alle proboscis monkeys (hanno il naso molto pronunciato simile a una piccola proboscide), dagli alligatori adulti e cuccioli ai gibboni, agli orangutan, alle lontre, alle aquile, ai martin pescatore, ai gufi, agli hornbills, ai ragni, alle rane... e potrei continuare ancora per molto. Descrivere tutte le emozioni provate è impossibile: dormire in un posto così lontano da tutto e tutti, avere energia elettrica solo in alcuni momenti della giornata, non avere acqua corrente, riappacificarsi con la natura, riempirsi di suoni e colori sono solo alcune delle innumerevoli motivazioni per cui effettuare un viaggio del genere. Viaggio che però non finisce qui.

Effettuato al contrario il viaggio che li aveva portati nella giungla, si sono poi diretti alla fermata dell'autobus per iniziare il lungo percorso che li avrebbe condotti sull'isola di Mari Mari Mantanani, piccolo paradiso terrestre situato tra la Malesia e le Filippine.

Con un tempo che dire orripilante è dir poco, hanno attraversato con l'autobus tutto il Borneo da una costa all'altra, assistendo anche alla caduta di un tronco sull'unica strada percorribile e rischiando di rimanere bloccati lì per ore se non fosse stato per dei baldi giovani che viaggiavano con noi e che a mani nude sono riusciti a spostarlo.

Siamo arrivati a Kota Kinabalu per ora di cena, abbiamo pernottato e l'indomani ci siamo recati presso il meeting point indicatoci. Quando tutti coloro che erano diretti nel nostro stesso posto erano presenti, l'autobus è partito conducendoci quindi in un punto a noi sconosciuto dove abbiamo preso un'imbarcazione che, dopo più di un'ora, ci ha fatto approdare nell'isola meravigliosa di cui vi parlavo prima.

Qui abbiamo trascorso cinque giorni memorabili: la spiaggia era bianchissima e finissima, il mare azzurro e cristallino, la fauna e la flora indescrivibili.

Il nostro pacchetto prevedeva tante escursioni sulla barriera corallina e anche un'immersione, la mia prima immersione! Quello che c'è lì sotto è meraviglioso e mozzafiato: pesci pagliaccio, pesci chirurgo, barracuda, tartarughe, stelle marine, coralli di tutti i colori... Qualunque cosa cerchiate, c'è! Ne sono sicura! è come vivere nel film "Alla ricerca di Nemo"! :)

Ritornati sulla terra ferma e avendo ancora un giorno a disposizione prima di ritornare alla dura realtà, abbiamo effettuato un'escursione nella giungla secondaria e ci siamo lanciati da una zip line per attraversare un fiume.

Dopo dieci giorni meravigliosi, l'otto ottobre abbiamo ripreso il volo verso Pechino.

Sebbene soffriamo ancora di nostalgia (un po' come la pubblicità delle crociere Costa), non possiamo non ricordare quei giorni come alcuni dei più belli della nostra vita. Forse la vacanza più bella della nostra vita: tutto ciò che abbiamo vissuto ci ha dato qualcosa in più, ci ha fatto comprendere ancor di più quanto la natura sia meravigliosa e quanto l'uomo stia facendo di tutto per perdere questi patrimoni meravigliosi! Cerchiamo di fare sempre tutto quanto a nostra disposizione per evitare tutto ciò e per permettere anche ai nostri figli di godere di queste meraviglie.

Allego qualche foto... Alcune le ha Ironman sul pc e, non appena ne entrerò in possesso, completerò la galleria fotografica.

PS: Dlin, Dlon - Comunicazione di servizio - La nostra è stata una vacanza quanto più possibile Low Cost, organizzata da noi senza l'ausilio di alcuna agenzia. Abbiamo volato con Air Asia, votata da molti anni la compagnia aerea low cost migliore al mondo e a ben donde. Il campo di Uncle Tan nella giungla costa pochissimo ed è "All Inclusive" nel senso che il vitto e l'alloggio sono compresi nel prezzo. Anche il resort presso cui abbiamo alloggiato sull'isola di Mantanani è "low cost" ma dotato di tutti i comfort. Se qualcuno fosse interessato per avere delle informazioni di tipo logistico, non esiti pure a contattarci.